Molte sono le piattaforme social popolari tra i giovani: Facebook, Instagram, Whatsapp, Twitter, TikTok, Pinterest, … utilizzati per connettersi con altre persone che condividono gli stessi interessi. Ma a volte portano a fatti spiacevoli, per questo è giusto capire quali vantaggi e svantaggi includono.
Tik Tok, di proprietà cinese – della ditta Bytedance – dal 2018 ha avuto una esplosione di adesioni. I video presenti hanno una durata variabile dai 15 ai 60 secondi con sottofondo musicale, spesso con scenette ridicole e demenziali che strappano un sorriso. In Italia Tik Tok ha raggiunto più di 2,5 milioni di utenti attivi.
Instagram si basa sulla condivisione di foto e video e permette di seguire gli utenti a cui sei interessato e la sua home page mostra i post recenti di coloro che segui.
Negli ultimi tempi Tik Tok è stato al centro di un tragico fatto di cronaca: la morte di una bambina di 10 anni, che ha partecipato ad una sfida mortale, forse lanciata all’interno del social.
Come sai per iscriversi a Tik Tok bisogna aver compiuto almeno 13 anni di età e 16 anni per Instagram, eppure molti dodicenni già li usano.
Qualcosa non quadra …
Perché questi social hanno tanto successo? Siamo tutti consapevoli e coscienti dei pericoli che vi nascondono?
Dopo il provvedimento del Garante per il controllo dell’età dei minori, torna centrale come proteggere la navigazione degli adolescenti e anche dei più piccoli.
Mi chiedo: è corretto pensare ai social network come a semplici piattaforme, che si popolano di contenuti pubblicati dagli utenti, senza un controllo preventivo?
La soluzione ovviamente non risiede nel tornare al tempo del medioevo oppure ad introdurre forme di controllo che limitino la libertà di ciascuno. Occorre però una forma di protezione degli utenti più fragili, meno esperti e meno attrezzati a distinguere il bene dal male. Ed in questo contesto i minori sono senza dubbio i più esposti.
Pensaci bene, fin dai primi mesi di vita i bambini sono sollecitati da stimoli che fino a circa 15 anni fa non esistevano. Ogni bambino è incuriosito da quell’oggetto tanto misterioso quanto allettante che i genitori usano continuamente: lo smartphone.
Viene usato al cospetto dei figli per far loro foto, video e poi postarle – non sarai tu, ma qualcuno lo fa – sui social, per cercare risposte ai quesiti che proprio i figli pongono e capire certi loro comportamenti, soprattutto nei primi mesi di vita.
Inoltre, durante il periodo di confinamento anche i rapporti parentali sono stati “tecnologizzati”, con video-chiamate a nonni, amici e parenti.
I bambini quindi, fin dall’inizio della propria vita, desiderano lo smartphone o il tablet come fossero giocattoli. Quando poi i figli iniziano ad andare a scuola entrano a far parte di una nuova comunità il cui linguaggio è alimentato dall’uso dei social media.
L’età è solo un numero?
Allora è lecito domandarsi: cosa possiamo fare per ridurre i rischi e proteggere i figli?
Non penso sia la soluzione migliore limitare l’uso dei social media, anzi, il problema non è dello strumento, ma dell’utilizzo che ne viene fatto. Come in tutte le cose “la colpa” dipende non dal mezzo. Inoltre vietarne o limitarne l’uso spingerebbe i ragazzi a farlo di nascosto, sempre più attratti.
Le strade da percorrere potrebbero essere due:
- Quella più complessa e lunga è legata ad una questione di educazione allo strumento. Molto spesso le famiglie non sono in grado di trasmettere tale educazione perché i genitori sono disattenti o fanno un uso distorto dei social media. Occorre una didattica che educhi ad un uso sano dei social media e che informi i ragazzi dei rischi e dei pericoli che vi possono essere. I figli attendono di essere aiutati.
- Introdurre nuovi controlli sugli accessi, come ha imposto il Garante sulla Privacy, il quale contesta le modalità di iscrizione ai social network poiché non tutelano in modo adeguato i minori. Il divieto di iscrizione al di sotto dei 13 anni è infatti facilmente aggirabile se viene utilizzata una data di nascita falsa, di conseguenza ciò non impedirebbe ai più piccoli di iscriversi ai social, né tanto meno verificherebbe il consenso dei genitori per chi non ha compiuto 14 anni. Per avere la certezza dell’età, la verifica del documento di identità sarebbe il mezzo più rapido ed efficace. Se un ragazzo va a comprare le sigarette o si reca in un pub per consumare bevande alcoliche, attraverso un documento di identità, deve dimostrare che abbia la maggiore età. Quindi attraverso soluzioni algoritmiche è possibile elaborare un software che controlli l’età della persona.
Social media: vantaggi e svantaggi
I social media sono una parte importante della nostra vita sociale e anche di molti giovani. Gli adolescenti li usano per divertirsi, stringere amicizie, condividere interessi … e possono essere un loro aiuto in varie situazioni, quali:
- Alfabetizzazione digitale → per sviluppare conoscenze ed abilità, usufruire delle attività online ed evitare rischi.
- Apprendimento → con la condivisione di contenuti educativi in contesti scolastici.
- Salute mentale → per entrare in contatto con la famiglia e gli amici, prendere parte ad una comunità online fornisce un senso di appartenenza.
Ma i social media possono comportare anche rischi:
- Contenuti inappropriati → i ragazzi possono essere esposti a contenuti sconvolgenti, commenti e immagini cattivi, violenti, aggressivi o sessuali. Quali foto e video imbarazzanti o provocatori di se stessi o di altri.
- Informazioni personali → condivisione con estranei dei propri contatti o dati sensibili.
- Cyberbullismo → un fenomeno subdolo e molto diffuso tra i bambini e ragazzi, con persecuzioni, minacce e commenti sgraditi nel mondo della rete.
- Pubblicità → esposizione a messaggi pubblicitari troppo mirati.
- Violazione dei dati → vendita dei propri dati ad altre organizzazioni.
Come aiutare i ragazzi?
Bambini e ragazzi sono invitati a parlare in famiglia ed a scuola per essere protetti dai rischi dei social media e garantire la loro sicurezza in internet. I social media sono sempre più incorporati in app, giochi, siti web ed ambienti di apprendimento, quindi è difficile se non impossibile vietarli anche ai più piccoli.
L’unico modo sarebbe vivere da eremita … ma non la vedo una soluzione.
Se metti al bando i social i figli ne potrebbero essere sempre più attratti e aderirvi quando sono lontani da te. Cogli invece questa opportunità per insegnare loro come affrontare i rischi e comportarsi in modo rispettoso, in questo modo li aiuterai a diventare persone migliori e più responsabili.
Aiutali a:
- bloccare o segnalare persone sconosciute
- accettare richieste di amicizie solo da persone che conoscono
- non condividere informazioni personali (telefono, mail, indirizzo, fata di nascita, ecc.) online
- mantenere password e dettagli di accesso privati e non condividerli nemmeno con amici
- disconnettersi dopo aver usato computer pubblici