C’è un gran parlare dei social network, che fungono da agglomeranti di notizie, foto, video, curiosità, contenuti e punti d’incontro tra le persone. La comunicazione è un nodo centrale per lo sviluppo dell’uomo e delle sue relazioni, per molti è stato fatto un passo avanti – per altri indietro – su come avvengono.
Le polemiche sono anche all’ordine del giorno, soprattutto quando questi canali sono sfruttati in modo del tutto sbagliato e per motivazioni errate. Ma la colpa è nostra, non dei social network. È sempre l’uso che ne viene fatto il responsabile della questione.
Prima con i forum, poi con i blog, oggi con i social che incanalano differenti tipologie di informazioni attraverso i più diversi mezzi di comunicazione.
Anche il grande uso dei dispositivi mobili (smartphone in testa) ha reso famosi i social network, basati su rapide e concise comunicazioni, oppure immagini e video.
Oggi con il telefono possiamo fare tutto, sia nella sfera privata (dal pagare i conti, all’accensione del riscaldamento), sia in quella lavorativa. Pertanto la condivisione è stato un passaggio obbligato e naturale.
I social sono così famosi e tanto utilizzati per la loro immediatezza nel condividere pensieri ed esperienze da parte di tutti, hanno accorciato le distanze – anche se solo virtualmente – tanto da fare divenire essenziale condividere ciò che succede durante il giorno, anche con persone che non sono fisicamente con noi.
Per alcuni la condivisione dei contenuti è quasi ossessiva, perché per alcuni è più importante apparire piuttosto che essere, condividere un momento o un’esperienza piuttosto che viverla, fino al punto che non viene vissuta affatto.
Le nuove figure professionali
I nuovi social network e la loro diffusione a livello privato ed aziendale hanno portato nell’arco di 10 anni ad una maggiore socialità “a distanza” ed alla nascita di nuove figure professionali: gli Influencer, i Blogger e Social Media Specialist, persone che pubblicano foto di abiti, prodotti e toutorial danno voce all’impresa sui social, oltre a creare un piano strategico per raggiungere più persone possibili e comunicare il loro messaggio promozionale.
È cambiato anche l’accesso alle notizie e se prima ci si informava attraverso i quotidiani ed i telegiornali in periodi della giornata ben precisi (al mattino o durante il pranzo e la cena), ora si è continuamente esposti – “bombardati” – di notizie.
4 regole da rispettare
Dovremmo far limitare l’uso dei social network ai minori ed ai violenti di ogni genere?
Senza andare incontro a soluzioni totalitarie (attuate da alcuni stati esteri) potremmo iniziare a far rispettare alcune regole:
- identificazione delle responsabilità dei gestori
- rispettare i limiti di età degli utenti e verificarli con accuratezza
- fare alfabetizzazione digitale, così gli utenti saranno in grado di capire cosa accade quando pubblicano contenuti negativi
- famiglia che esercita in pieno al sua funzione educativa
Conclusioni
Su una popolazione mondiale di 7 miliardi di persone, quasi 4 miliardi sono attivi sui social. Sono numeri elevati se pensi che il digital divide esclude alcune fasce della popolazione a causa delle condizioni economiche, qualità delle infrastrutture, differenze di età e di genere, disuguaglianze nelle conoscenze e nei mezzi.
I social hanno ormai la nostra completa attenzione e sicuramente questa non andrà a diminuire, se pensi che nascono e nasceranno nuove piattaforme per la condivisione.